CIRCOLO METROMONDO

Associazione socio culturale


15 aprile 2025 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI GINO PERRI "SCALANDO IL CIELO - AUTOBIOGRAFIA DI UN OPERAIO SOGNATORE"

C.I.Q. Centro Internazionale di Quartiere - via Fabio Massimo, 19 MI (MM3 Porto di mare)

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO "SCALANDO IL CIELO" 

 

MARTEDI 15 APRILE 2025

dalle ore 18

C.I.Q. via Fabio Massimo, 19 MI

MM3 Porto di Mare

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO CON L'AUTORE

con:

  • Gigi Malabarba ex operaio Alfa Romeo, già senatore, promotore di Rimaflow/Fuorimercato
  • Renato Ghezzi editor e scrittore
  • Lidia Cirillo saggista, scrittrice, femminista
  • Franca Caffa comunista genovese, già consigliera comunale a Milano
  • Nando Simeone scrittore ed editor della Casa Editrice Karl &Rosa


Dalle ore 20.30APERICENA

prenotazione su whatsapp cell. 3896986950 o email a metromondo@tin.it, indicando le scelte dal menù alla carta (vedi www.metromondo.com)

Dalle ore 21.30: MUSICA E SPETTACOLO con Laura de “I Briganti” e allievi/e danza pizzica e Daniela Nannavecchia, Angelo Rodà e Dan Shim Sara Galasso (canzoni anni ‘70)

 

INGRESSO LIBERO senza tessera


SCALANDO IL CIELO - AUTOBIOGRAFIA DI UN OPERAIO SOGNATORE

GINO PERRI


Carissime amiche e amici di Metromondo,

è finalmente arrivato il momento di pubblicare e presentare l’autobiografia, dal titolo “Scalando il cielo” del nostro attuale presidente, Gino Perri. A partire da aprile, il Circolo Metromondo organizzerà reading ed eventi in cui sarà possibile incontrare l’autore ed acquistare il libro. Ma se volete arrivare alla presentazione avendo letto già il libro (magari per farvelo autografare!), sono già aperte le prevendite sul sito dell’editore: https://www.edizionikarlandrosa.it/titolo/scalando-il-cielo/

 

Metromondo ha organizzato e continuerà ad organizzare diverse presentazioni di libri - fa parte del suo DNA di circolo culturale – ma questo è anche un po’ la biografia di Metromondo: infatti, vi leggiamo l’esordio delle sue attività e, in particolare, del gemellaggio con la casa della cultura di Niquero (Cuba). Gino ha scritto questo libro pensando alle nuove generazioni: ci auguriamo che la narrazione di un operaio sognatore sia di stimolo per i giovani di oggi, che con entusiasmo manifestano, si organizzano e si mobilitano per preservare il proprio futuro e realizzare un altro mondo possibile!

RECENSIONE DI DANIELE BIACCHESSI

"Scalando il cielo" di Gino Perri non è una autobiografia, neppure un saggio politico,  un romanzo di formazione. È la storia di un uomo che ha scalato il cielo dalla Calabria alla Milano operaia, scegliendo la politica dal basso, quella che non si fa più, dei fatti concreti, e il sindacato di base che non fa compromessi o finti accordi. La vita di Gino Perri corre parallela con la storia di una parte del paese che sognava un cambiamento radicale, una trasformazione culturale, la ricerca di un pensiero critico, un'opposizione ai modelli di sviluppo capitalistici. Quel cambiamento purtroppo non c'è  stato, ma rimangono i sogni e le idee di una generazione che voleva non solo scalare, ma anche assaltare il cielo. Leggere questo libro è  come sfogliare le pagine di un diario, dove le parole annodano date, luoghi, fatti e perfino orari. Qui non c'è il rammarico di una sconfitta. Qui c'è  il coraggio e la forza di un uomo libero che ancora oggi dimostra quanto la solidarietà sia il vero modello politico da seguire.

Daniele Biacchessi

 

https://www.danielebiacchessi.it/

 

RECENSIONE DI GUIDO VIALE

SCALANDO IL CIELO di Gino Perri è un libro autobiografico che dispiega, con uno stile piano e chiaro, ma appassionato e coinvolgente, un pezzo della storia dell’Italia vissuto in prima persona, nella prima parte della sua vita, da un operaio immigrato da un piccolo paese calabrese (Scala Coeli, da cui anche il titolo del libro) a Milano, alla fine degli anni’60 del secolo scorso. La seconda parte di questa vicenda esistenziale sarà oggetto di un altro volume, ancora in preparazione.

Quale Storia dell’Italia? Non quella ufficiale, ormai consegnata alla codifica degli storici di professione, né quella che si può ricostruire a partire dalla lettura dei giornali dell’epoca, che hanno fatto di tutto per nasconderla, bensì quella agìta e subìta da chi ne è stato un protagonista, insieme a milioni di altri proletari, ma certo non tutti gli italiani.

Agìta, come membro attivo – anzi, superattivo – di una classe operaia che per quasi un decennio ha impresso con la lotta il suo marchio sul percorso di tutto il paese: una fase quasi epica in cui la consapevolezza della propria forza, che non era certo “caduta dal cielo”, ma era stata costruita in modo molecolare dai suoi protagonisti, squadra per squadra, reparto per reparto, fabbrica per fabbrica, quartiere per quartiere, e anche paese per paese, li aveva convinti non solo di poter “scalare il cielo” (La classe operaia va in paradiso), ma anche, forse, di arrivare alla meta.

Subìta, perché quella fase non è stata risparmiata dai contraccolpi: dalle tante iniziative del potere, la repressione padronale, le menzogne dei media, le stragi e i tentativi di golpe messi in atto dai fascisti e

dagli apparati della Stato per stroncare quelle lotte; ma soprattutto perché al termine di quella fase, per alcuni anni vincente, i suoi protagonisti si sono ritrovati a dover fare i conti con un clima sociale e politico, a livello sia nazionale che internazionale, completamente e rapidamente cambiato in peggio.

Vedremo nel prossimo volume come Gino Perri e i suoi vecchi e nuovi compagni di lotta sono riusciti a tenere la barra diritta in anni che non hanno offerto più molti spunti per la ripresa delle lotte contro il potere; e se, e quando li hanno offerti, quegli spunti non hanno incrociato attori collettivi capaci di trasformare le loro mobilitazioni in un percorso di crescita e di maturazione in grado di solidificarsi (è questo, per esempio, il caso dei Fridays for Future, una esperienza in cui Gino ed io ci siamo incontrati come membri anziani di un movimento composto essenzialmente da giovanissimi studenti). Ma questo fa parte della storia ancora da scrivere nel prossimo volume. Per ora questo esercizio autobiografico si ferma a quando Gino è ancora solo un quarantenne.

Ma già negli anni della “Milano da bere”, e proprio per reagire a quel clima soffocante, Gino, pur impegnato in un corpo a corpo continuo per difendere il posto di lavoro - quello suo e di tutti i lavoratori e le lavoratrici della Face Standard, poi Alcatel, in via di smantellamento, dove era stato assunto all’inizio degli anni ’70 – aveva sentito il bisogno di affiancare all’impego in un sindacato di base e in organizzazioni della sinistra radicale anche un’intensa attività culturale in MetroMondo, un’organizzazione che aveva contribuito a creare, e nell’impegno nella cooperazione

internazionale a sostegno prima del Nicaragua e poi di Cuba.

Il tema di fondo che attraversa, forse anche inconsapevolmente, la “trama” di questo libro, che è la trama di una vita, ma anche di un intero paese, è proprio questo: quanto la storia la si sia agìta e quanto la si sia subìta.

Che nella prima fase di questa vicenda di Gino Perri sia indubbiamente prevalso l’agire è fuor di dubbio: non solo nelle tante piccole fabbriche frequentate, a volte venendo licenziato, spesso abbandonandole per non subire le prepotenze e lo sfruttamento da part dei loro padroncini – ma era un periodo in cui trovare un lavoro a quelle condizioni non era difficile – ma poi soprattutto nella Grande Fabbrica. Erano loro, gli operai delle grandi fabbriche, a imporre i temi, i modi e i temi della lotta; a partire dalle rivendicazioni egualitarie che sono state la cifra di quegli anni, non solo in fabbrica, ma in tutti gli ambiti del lavoro e in molti dei quartieri dove si svolgeva “l’intervento sul sociale” nel quale Gino era impegnato non meno che sul posto di lavoro.

Tanto quel movimento era forte e diffuso in tutti gli ambiti sociali, dalle fabbriche ai quartieri, dalle scuole all’università, dagli ospedali alla Pubblica amministrazione, dai pescatori ai pastori e ai disoccupati, che aveva raggiunto persino l’esercito – e poi anche la polizia e persino i carabinieri: le loro organizzazioni sindacali nascono di lì. A costituire l’ala “militare” di quel sommovimento generale erano i soldati di leva, i “proletari in divisa” (PID) a cu Gino si era subito associato non appena richiamato per il servizio militare: tutti lavoratori e molti studenti o ex

studenti, in parte già politicizzati nelle lotte condotte precedentemente, in parte politicizzati proprio attraverso la partecipazione al movimento dei soldati. Ragazzi costretti per oltre un anno a sottostare ai comandi dispotici e insensati di ufficiali in carriera, quasi sempre fascisti, che obbligavano i sottoposti a sforzi pesanti e a rischi gravissimi, ma che venivano messi spesso con le spalle al muro dalla ribellione dei soldati organizzati; che promuovevano scioperi del rancio, manifestazioni di massa (in divisa! Protetti dai compagni “esterni” alla caserma che li sostenevano), rivendicazioni di un miglioramento delle loro condizioni e presidi contro l’eventualità che l’esercito potesse venir usato per un colpo di stato. La leva obbligatoria in Italia è stata abolita perché le autorità militari non erano più in grado di garantire l’obbedienza di quella truppa…

Ma era stato vincente, agìto, pur nella drammaticità vissuta in prima persona, anche il trasferimento dal paese natio a Milano. Dal sole, dall’aria libera, dai prati e dal calore di una comunità di poche centinaia di persone che si conoscevano tutte tra loro alla nebbia, al freddo, al caos e all’anonimato profondo di Milano, in una società che promuove l’estraneità: un salto solo in parte attenuato dal sostegno di alcuni parenti che lo avevano preceduto in quella trasferta, pronti a prestargli ogni sorta di aiuto. E’ questo un percorso scelto “per necessità”, ma non imposto, che in quegli anni aveva accomunato migliaia e migliaia – milioni – di proletari come Gino, alla ricerca di un lavoro in condizioni che per tutti sono state simili alle sue, e per molti anche più difficili.

Bellissima e folgorante rappresentazione di questa vicenda è il racconto della partenza e del viaggio di Gino e dei suoi famigliari dal paese natio alla metropoli industriale: tutto il paese riunito a salutare la famiglia stipata in un’automobile sgangherata, con il tetto coperto da un cumulo di bagagli ammonticchiati, e poi un viaggio quasi senza sosta in quelle condizioni durato due giorni. Agìti o subìti? Quei viaggi, quella decisione, quei trasferimenti che hanno cambiato l’Italia?

Altrettanto stimolante è l’altro lato dell’attività di Gino iniziata e conclusa quasi per caso negli anni dell’epopea vissuta dalla lotta operaia: la musica e il suo ruolo di cantante in un complessino; il suo intreccio con l’Underground di Milano, in quegli anni rappresentato soprattutto dalla rivista Re nudo e da Andrea Valcarenghi, allora non ancora Majid: un altro aspetto fondamentale, e non meno importante della lotta operaia, del clima che ha lasciato la sua impronta non solo sulla storia dell’Italia, ma in questo caso anche sul panorama internazionale.

In mezzo, la vicenda tristissima della morte di due fratelli e una sorella e quella gioiosa dell’incontro con la compagna della sua vita, dopo un’intensa sperimentazione di legami che non si volevano saldare: a ricordare quanto la vita pubblica che concorre a fare la storia sia indissolubilmente intrecciata con quella personale che non passa mai in secondo piano.

Infine, l’avventura di MetroMondo: un’esperienza che ricorda da vicino quella della Macondo di Mauro Rostagno, entrambi ricettacoli e punti di riferimento per tanti compagni e tante compagne, perché in quel nuovo clima, assai cupo, che non era certo fatto per

loro, non si disperdessero, non si lasciassero sopraffare dallo sconforto, dalla delusione, dalla disperazione. Dirompente e radicale la prima, Macondo, e proprio per questo durata poco; più modesta, più pensata, più costruita quella di MetroMondo, e per questo capace di durare.

Qui il rapporto tra agire e subire – vedremo come si svilupperà nel secondo volume – va sicuramente incontro a un nuovo equilibrio. Il clima generale è quello di una controffensiva vincente del capitale, dei padroni, delle forze politiche (tutte: di destra, di sinistra e di centro). L’agire, in fabbrica, contro il progressivo smantellamento degli impianti, come in campo culturale e nella cooperazione internazionale, per dare concretezza alla solidarietà, è senza dubbio riconducibile a una attività di resistenza e non di attacco; ma proprio per questo è fondamentale. Gino Perri, come decine di compagni e compagne in questa sua avventura e migliaia e migliaia di loro simili dispersi nei paesi e nei quartieri di ogni città, si sono adoperati per tenere viva, nei modi più diversi, la scintilla di iniziative che hanno mostrato a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociarli che la vita, anche in tempi difficili, può essere varia e interessante, e vale la pena di essere vissuta.

 


INFORMAZIONI SULLA PALESTINA E TESTI DEL DOTT. EZZIDEEN



DONAZIONE AD "ASSOPACE PALESTINA" E "SALAAM RAGAZZI DELL'OLIVO" CON I RICAVATI DELLA SERATA DELL'11.1 DEDICATA A DE ANDRE'


SOLIDARIETA' CON GAZA E IL POPOLO PALESTINESE + CHE MAI!
💥 SERATA DI OMAGGIO A FABRIZIO DE ANDRE' DEDICATA ALLA PALESTINA DELL'11/01/25
🗣 INFORMIAMO CHE LA SERATA DI OMAGGIO A FABRIZIO DE ANDRE', DEDICATA ALLA PALESTINA DELL'11/01/25, ORGANIZZATA DA METROMONDO IN COLLABORAZIONE CON ANPI BARONA E COOPERATIVA BARONA ETTORE SATTA, HA PERMESSO LA RACCOLTA DI FONDI PARI A 800€.
📌 TALE SOMMA E' STATA DEVOLUTA A SOSTEGNO DEI PROGETTI DI "ASSOPACE PALESTINA" E "SALAAM RAGAZZI DELL'OLIVO" (VEDI LE RICEVUTE DEI VERSAMENTI in questo post).
🫂 CON LA GRANDE SPERANZA CHE L’ACCORDO DI TREGUA CON IL CESSATE IL FUOCO, ANCHE SOLO TEMPORANEO (MA SAREBBE AUSPICABILE FOSSE ILLIMITATO), PRENDA DAVVERO IL SOPRAVVENTO - FINCHE' NON VEDIAMO FATTI VERI E TANGIBILI RESTIAMO DIFFIDENTI, VISTE LE MANCATE APPLICAZIONI DI TUTTI GLI ACCORDI PASSATI DA PARTE DEI GOVERNI ISRAELIANI -, BISOGNA CONTINUERE A SVILUPPARE, PIU’ CHE MAI, INIZIATIVE DI SOLIDARIETA' CON GAZA E IL POPOLO PALESTINESE, CHE STANNO VIVENDO UN’ IMMANE TRAGEDIA, CONSEGUENTE AL GENOCIDIO OPERATO DAL GOVERNO DI ULTRA-DESTRA ISRAELIANO!
🔥 IN QUESTO SENSO, CHI NON AVESSE PARTECIPATO ALLA SERATA DELL'11/01 E VOLESSE DARE LO STESSO IL SUO CONTRIBUTO, LA/LO INVITIAMO A SOTTOSCRIVERE UN' OFFERTA LIBERA SULL' IBAN: IT29 U030 6909 6061 0000 0183 619, CAUSALE: "METROMONDO PER SOLIDARIETA' CON LA PALESTINA".
LA SOLIDARIETA' E' TENEREZZA DEI POPOLI, NON FATELA MANCARE, PIU' CHE MAI!!

 

Chi volesse fare la tessera 2025 (sostenitore 10 €, ordinaria 5 €), può compilare il modulo qui di seguito, inviarcelo via E-mail, facendo un bonifico a Circolo Metromondo c/o Banca Intesa San Paolo sul seguente Iban, specificando la causale:

IBAN - IT29 U030 6909 6061 0000 0183 619

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Costruzione di momenti d'aggregazione, socializzazione e solidarietà, anche rivolti alla riqualificazione degli spazi nella periferia urbana milanese.

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